Granducato ormai dedito all'agriturismo, B&B e ammennicoli vari

Rinnego tutto ciò che ho scritto, anzi, ritengo proprio di non averlo scritto io o forse si. Non ricordo.
Soffrendo di varie malattie che mi portano ad una distorsione della personalità, non posso essere ritenuto responsabile di quanto pubblicato.
E comunque, siete venuti sin quà per leggere qualcosina o per farmi causa?
"Azzo, come siete permalosi.


giovedì 29 dicembre 2011

IL RIPOSO DEL GUERRIERO - PART UAN

Prima o poi doveva succedere di nuovo, ma questa volta sono in difficoltà. L’ultima volta era successo circa 12 anni fa.
Per carità, era anche simpatica, ma fisicamente non era un gran che e per questo motivo non aveva riscosso un gran successo. Ma come dice il buon Alexander , in fondo, che cosa è il “gran che”?
Come lo possiamo definire ‘sto “gran che”? 

In questi casi però l’aspetto fisico ha la sua importanza, per non dire che è preponderante rispetto a tutto il resto. Se sei simpatica è un buon inizio, ma se parli quasi esclusivamente palermitano stretto, se sei piena di brufoli, bassina, affetta da strabismo di Venere (per usare un eufemismo), piatta di seno, con i capelli unti  e grassoccia, non puoi pretendere di fare sfracelli nell’esercitare il mestiere più vecchio del mondo.  Insomma, anche se lo eserciti in Moletania, per alzare due lire (e non solo quelle) dovrai pur essere un minimo gnocca, no ? 
Da noi magari basta anche poco poco, ma devi avere un inizio di "figaggite" , devi essere un poco vezzosa; avere quel non so che di "troiaggine" che a noi maschietti fa aumentare il volume dei boxer e diminuire quello del portafoglio.
E se non hai completamente (?) queste caratteristiche,  avrai delle gran doti nascoste;  ma nascoste molto bene.  

Comunque si chiamava Enza, fisicamente ve l’ho già descritta, le piaceva molto mangiare lupini  e giocava benissimo a scacchi; ma questo ancora non lo sapevo.
Quando si presentò al Palazzaccio per illustrare il motivo del suo soggiorno, mi dichiarò di voler diventare la “bocca di rosa” preferita da tutti i Moletaniani e che era sua intenzione di fermarsi da noi per tanto, tanto, tanto tempo.
Io la guardai e sinceramente, tra me e me,  sollevai molti dubbi. Ma forse non avevo capito bene; con un giro di parole cercai di approfondire l’argomento per capire esattamente che cosa intendesse fare in Moletania. A differenza mia, lei non fece nessun giro di parole e rispose:  “la bottana”.
“Azzo” dissi io e cercai di oppormi con tutte le mie forze, per ovvi motivi di convenienza;.in Moletania non c’erano “bottane” e questo non era il momento giusto per iniziare questa nuova attività imprenditoriale perché una spiata ci aveva informati che, di li a pochi giorni, sarebbe venuto a farci visita il famoso predicatore Gaspare del Syncerus.

A noi tutti, sinceramente, del fatto che venisse in Moletania questo missionario, proprio non ce ne poteva calar di meno e lo avremmo preso volentieri a calci nel flaccido culo. Ma  i tempi erano quelli che erano, i rapporti con il papa erano tesi e lui in persona gli aveva chiesto “di andare laddove nessun altro sarebbe andato, a evangelizzare i banditi che imperversano così tanto” .  Fiducioso nel fatto che la richiesta del Papa fosse un ordine di Cristo, il sacerdote  non esitò ad obbedire.
 Eravamo tesi per il fatto che  Gaspare del Syncerus sarebbe stato presto tra noi, che non avrebbe evangelizzato neanche una capra e che per questo si sarebbe incazzato come un bufalo; trovarsi poi una “Bottana” che se ne andava in giro per i borghi, non ci avrebbe aiutato.

Ma la Enza insisteva; io nicchiavo; lei sostenne la tesi che la “balosa” è un diritto sacrosanto di ogni cittadino del mondo e quindi anche di quelli della Moletania; che siano sposati oppure no. Dentro di me le davo ragione, ma come potevo ammetterlo ?
Mi definì reazionario, cercando di farmi venire i sensi di colpa; io resistevo. Alla fine convenimmo che fosse la sorte a decidere per noi e la buttammo sulla sfida a scacchi all’ultimo sangue.
Io mi reputo un buon giocatore, ma avevo sottovalutato il mio avversario che in 13mosse13 mi diede scacco matto. Quando vidi il mio re nero cadere a terra, di bocca mi scappo un “Porca puttana”. “Per servirla, Granduca. L’aspetto a gambe aperte?”.
La Enza conosceva a memoria tutto il libro “Kasparov insegna gli scacchi” e non mi lasciò scampo; io perdetti senza onore  e lei vinse l’abilitazione temporanea all’esercizio della professione di “Gran bottana d’Oriente”, per un anno intero.
 
La Enza si stabilì in una appartata vecchia casa in pietra, nel borgo del Gufo Orbo; ci mise sopra una bella targa pubblicitaria  che recitava “Enza, gran troietta da farti impazzire. Sexi ragazza e Grandissima Bottana”. Era una insegna al neon e di notte si illuminava di rosso, che neanche ad Amsterdam te la farebbero installare. 
La Luisa, vicina di casa, non la prese troppo bene, ma la Enza mi aveva vinto e non potevo rimangiarmi la promessa. Ogni promessa è un debito, e questo era un cambialone.
Per alcuni giorni ci fu un grande andirivieni, nel senso che i clienti entravano veloci, ma subito dopo averla vista, uscivano altrettanto velocemente. Forse anche di più.
Ma in Moletania ci sono molti uomini scapoli che, stanchi dei lavori dei campi e della compagnia delle vitelle, non andavano troppo per il sottile. In fondo, un bucio è sempre un bucio, e dove entra lo mettiamo.
Così la Enza si fece il suo primo cliente .
Infatti, si dava un gran da fare il buon Peppino il Breve, diminutivo di Giuseppe; lui stesso è il diminutivo della sua persona, sia mentalmente che fisicamente  e il suo pene è piuttosto “modesto”. Se da voi,  il pene dei bambini viene affettuosamente definito “pippino” , da noi viene chiamato “pippino di peppino”.

Dopo pochi giorni arrivo il “reverendissimo” predicatore Gaspare del Syncerus, appartenente  alla congregazione dei Nobilissimi Donatori di Sangue Gruppo AB di Gesù Cristo, che hanno più proprietà immobiliari sparse qua e là che non sacerdoti.

10 commenti:

  1. Disperazione in Hevirotescion..
    Ho appena appreso che, in caso di necessità, non potrei mai venire a prostituirmi in Moletania.
    Sono troppo NANA e la mia frase manifesto é la seguente:
    - Se le mie tette fossero il cuscino del tuo cuore, amore mio, il tuo cuore dormirebbe scomodo!
    Mi chiudo in bagno a piangere, Granduca..questa volta vado via senza abbracciarti :(((

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  2. Conosco una Enza del genere! Anche se nel mio paese ha un altro nome!

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  3. Per Grace
    Non farmi venire i sensi di colpa anche tu, per giunta senza motivo. Se quella della icona sei tu, le tue rimostranze sono del tutto infondate.
    Non vedo brufoli, non vedo strabismo, non vedo capelli unti.
    E non sono nemmeno convinto che la tua autocritica sia fondata.
    Io vedo una bella bocca, pelle liscia, bei denti e un sorriso accattivante.
    Comunque stai tranquilla che in caso di necessità, avrei altri compiti ben più importanti da affidarti per la Moletania.
    Adesso esci dal bagno e dammi una bella strizzata.

    Per il Conte di Montenegro
    A giudicare dalle foto del Suo blog, esimio Conte, faccio fatica a crederLe. Comunque spero che la Sua conoscenza con questa "Enza" non sia intesa biblicamente.

    Un abbraccio.

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  4. Però l'estetista non la volete.. mi sembra un po' maschilista la cosa..

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  5. A me sta Enza che sa giocare bene a scacchi mi intriga... e se si lava i capelli e non costa uno sproposito, un giro ce lo faccio.Per giocare a scacchi, ovviamente :)

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  6. Per Elle
    L'estetista non l'abbiamo perchè in Moletania è tutto "nature", anzi le nostre donne sono famose nel mondo per le treccine del pube.
    Riguardo al maschilismo, mi sa che per ora non posso cha darti ragione. Ma questa è solo la part uan. Abbi fede.

    Per Black
    Occhio a sfidare la Enza; è capace che a scacchi ti porta via anche le mutande e poi.....sono affari tuoi.

    Un abbraccio

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  7. Per Elle
    Il tuo ..mmmm.. nopn mi sembrava molto convinto.

    Un abbraccio.

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  8. no niente, aspetto la parte dopo-uan ;)

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  9. Allora a presto. Non anticipo, anche perchè devo aggiustare un paio di cosette.
    Nella storia faccio fatica a farci stare tutto e quindi dovrò tagliare. Intanto ci penso un po su, mentre festeggio l'anno nuovo. Il 1983, naturalmente.

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