Granducato ormai dedito all'agriturismo, B&B e ammennicoli vari

Rinnego tutto ciò che ho scritto, anzi, ritengo proprio di non averlo scritto io o forse si. Non ricordo.
Soffrendo di varie malattie che mi portano ad una distorsione della personalità, non posso essere ritenuto responsabile di quanto pubblicato.
E comunque, siete venuti sin quà per leggere qualcosina o per farmi causa?
"Azzo, come siete permalosi.


martedì 6 dicembre 2011

QUARTO VIOLINO



I Moletaniani sono pressochè tutti nati in Moletania e sono veramente pochi i residenti con cittadinanza acquisita. Uno di questi è Marcellino.

Marcellino infatti è originario di Sacrofano, nella provincia di Roma e come tutti i romani non parla una lingua esatta, ma parla una sorta di italiano con intercalari romaneschi, a volte anche un po "burini". Quel suo modo di esprimersi, così originale, è ormai conosciuto da tutti i Moletaniani che, con il tempo, hanno imparato ad amarlo ed apprezzarlo.

Avreste pero dovuto vederlo i primi giorni, quando arrivato in Moletania, provava a intavolare un semplicissimo discorso con gli autoctoni.
Si è presentato una mattina al confine, che come tutti i giorni era presidiato dagli alabardieri Tre e Monti: due omaccioni alti due metri e passa che te li raccomando. "Kessssse vado deqqqqqquà, je vado dritto in bocca a'a'Moletttttania ?"
I due si sono guardati in faccia, hanno fatto un grugnito tremendo di disapprovazione e poi si sono domandati se demolirlo subito o farlo dopo a casa, con comodo.
Ma Marcellino non si perse d'animo. Non visto gli fece una boccaccia dietro la loro schiena e disse:  "Ahhhhhhhhhhhoooooo, marcantoni, kemmmme ce akkkkkkkkompagnjjjate vojarrrrrtri" ?
I due alabardieri decisero di scortare quello strano soggetto e di non perderlo di vista nemmeno per un attimo. Attraversaro insieme il ponte di legno sul burrone Tremendissimo e entrarono in Moletania.
Quando un visitatore entra in Moletania, non passa certamente inosservato. A maggior ragione se è accompagnato da Tre e Monti.
Tutti quelli che lo incrociarono per strada lo squadrarono da capo a piedi: indossava un paio di jeans lisi e strappati in punti strategici, come il ginocchio destro e il polpaccio sinistro; una camicia color violetto slavato e un paio di occhiali da sole comprati a Ostia il giorno di ferragosto, che gli davano quel nonsochè tipico del burino di "Uomini e Donne".
Si trascinava dietro una valigia con le ruote che si incastrava regolarmente ad ogni ciotolo che incontravano e quindi ogni quindici centimetri. Era a suo agio come un pesce evaso dall'acquario.
E salutava ogni Moletaniano che incontrava "Abbbbbbelllloooooo, come te butta " ?  "Ke nun hai mai visto un paro de gggggginz"?   
      
Marcellino aveva scoperto dell'esistenza della Moletania da una vecchia cartina geografica dell'Atlante De Agostini delle scuole medie del 1983 e aveva deciso che voleva trasferircisi, per nascondersi dal mondo intero.
Credeva però che sarebbe andato a vivere in un luogo più moderno. Non vedeva in giro auto, non c'erano autobus e nemmeno taxi. Anche i tandem erano pochi.
 
Con il tempo Marcellino ha cambiato il suo modo di comportarsi, il suo modo di vestire e il suo modo di pettinarsi.
Ma ha conservato la sua mania delle smorfie ed il suo accento romanesco.
E' rimasto talmente romanesco che un giorno i padaniani lo chiesero come contropartita per aver subito il furto di due capre. Avevano pensato "Visto che Roma è ladrona, anche tutti i romani lo sono".  Noi naturalmento non cedemmo, rischiammo l'incidente diplomatico, ma tutto finì bene. 

Prima di trasferirsi in Moletania, Marcellino era un violinista o, per meglio dire, aveva fatto parte della Orschestra Romantica Instabile e Precaria di Santa Foca Inseguita dagli Eschimesi Scalzi . 
Ne aveva fatto parte nel senso che non  suonava veramente il violino, dato che dallo strumento riusciva a malapena a tirarci fuori qualche nota, naturalmente stonata. Un giorno gli capitò sotto mano il bando di concorso della Orchestra Instabile che ricercava un quarto violino. 
Era senza soldi, in cerca di lavoro e si fece coraggio.
Si presentò al prete di Sacrofano, che lo presentò al Vescovo, che lo presentò ad un Onorevole, che lo presentò ecc.ecc.ecc., sino a che non gli fecero nemmeno l'audizione. Ritirarono il bando di concorso e Marcellino divenne il quarto violino dell'Orchestra.

Fare il quarto violino, non era per nulla difficile. Bastava ascoltare il giorno prima il pezzo da eseguire, mettersi lo smoking ben stirato, fare le prove di fronte ad uno specchio, qualche smorfia adatta al pezzo da eseguire e ripetere nuovamente il tutto il giorno dell'esibizione.

Naturalmente quel giorno Marcellino non avrebbe toccato nemmeno una corda del suo violino. Avrebbe solo fatto finta.
Ma in fondo, un quarto violino, ma chi lo sente ? Ma chi ci fa caso?
C'è già un solista, che si sobbarca tutto il lavoro difficile e attira l'attenzione; ce ne sono altri due che fanno l'accompagnamento e sudano; poi c'era Marcellino che faceva boccacce coreografiche. 
L'unica cosa importante era lasciare che il direttore d'orchestra ed il pubblico credessero che lui stava suonando veramente, immedesimarsi nella parte e nelle smorfie sinfoniche era insuperabile. Nessuno adattava il proprio viso allo spartito come lui.

Le cose andarono bene per diversi anni, sino a quando, per colpa di una influenza che colpì contemporaneamente i tre violinisti, inevitabilmente  lo scoprirono. E lo cacciarono, malgrado Marcellino abbia provato ad intenerirli "Nun ce o sapevooooooo", "Me so scordato er spartito", "Me se rotto l'archetto".
A quel punto, un po per mancanza di soldi, un po perchè non sapeva fare altro se non delle smorfie e un po anche per la vergogna, decise di esiliarsi in Moletania. 

Il suo modo di dire più famoso è sempre stato "In Itajia, aj da sssssstà bbbbbasssssso. Nun te devi espore. Aj da sta' ne'a massssssssa. Si stai bono e zitto, in Itaja, te lasssssano maggggnà".

C'è una morale in tutto questo?  Provate a trovarcela voi.

Marcellino in Moletania si è adattato e adesso fa il postino. Molti ancora non capiscono cosa dice, quando consegna "'appposssta pppppriorrrittarrria" , ma con la sua famosa mimica facciale riesce sempre a farsi capire. 

Ma la notte di San Lorenzo, lui attraversa tutti (dico tutti) i borghi di Moletania e passa sotto le finestre delle nostre donne, con il suo violino,  per regalare loro una bellissima sonata. 
Uno strazio inenarrabile. 
E' proprio vero: la notte di San Lorenzo non passa mai.
 

lunedì 5 dicembre 2011

LO SPORT NAZIONALE


I Moletaniani sono molto sportivi.
Non nel senso che intendete voi e cioè sedersi sul divano e bestemmiare contro questo o a favore di quello.
La vostra concezione di sport è molto diversa dalla nostra. 
I Moletaniani sono sportivi nel senso che praticano uno sport: chi  l'apinismo, chi l'equitazione, chi il tiro con l'arco.

Ma il nostro sport nazionale è tutt'ora il pallone col bracciale. Anche da voi è stato lo sport più in voga sino al 1930 circa e i suoi giocatori erano tra i più pagati al mondo.
Ci sono giocatori epici di questo sport, cantati anche da famosi poeti .
E molti di voi magari non sanno nemmeno di cosa si tratta: dirò che è molto simile al tamburello e si gioca in uno sferisterio con una palla colpita da un "bracciale" di legno. Fateci una ricerca sopra e scoprirete un mondo.


Quello che invece i Moletaniani non riescono a capire è come sia possibile che voi vi appassionate così tanto al gioco del calcio.
Non si riesce a capire quale sia l'attrazione che suscitano 22 uonimi in mutande che corrono dietro a una palla sbilenca.
Non si capisce perchè questi 22 debbano essere pagati fior di milioni all'anno, per un gioco insulso e molto spesso noioso.
I soldi che questi prendono sarebbero molto più gistificati se ogni spettatore allo stadio fosse dotato almeno di un fucile ad aria compressa, e che ogni spettatore possa sparare tutti i proiettili (di plastica) che vuole contro i calciatori. Almeno il prezzo del biglietto sarebbe giustificato, e anche i loro stipendi.
Sarebbe anche molto più divertente; sai come correbbbero!!!! Sai che scatti!!! Sai che belle telecronache ne verrebbero fuori: altro che "sciabolate morbide" e "fuorigioco inesistente"!! Sai che bei replay !!!

Quando noi guardiamo i riassunti delle vostre partite, il tutto si risolve in poco più di 2-3 minuti; magari le partite più appassionanti in 5. Per il resto è noia mortale e pubblicità .
Durante le partite, non si può poi fare a meno dei commenti tecnici di ex allenatori ed ex calciatori. Sono tali e quali ai pensionati che si appollaiano vicino ai muratori: "eh, ma non doveva fare così", "Eh, ma perchè non ha fatto cosà", "Eh, era meglio fare cosò".  Quando si hanno colleghi simili .........

Meglio allora il gioco del bracciale.

 
Quest'anno poi lo sferisterio è sempre gremito perchè il nostro giocatore migliore, Mario D'Autoerotismo, è in grandissima forma e tutto il mondo ce lo invidia.
Da ragazzino era molto gracile e debole, ma ora ha un pugno d'acciaio e un braccio potentissimo. Chissa come farà . Nessuno in Moletania se lo spiega.
Il "Corriere del Bracciale"  scrive che quest'anno poi ha fatto una preparazione ancora più specifica e si è impegnato molto. Ci ha messo tutto se stesso.

E' così geloso del suo segreto che non lo vuole rivelare a nessuno, nemmeno a sua moglie .
La Maria Insoddisfatta, questo è il suo nome, è molto orgogliosa del suo consorte, anche se in Moletania si mormora  che non sia molto felice per quanto riguarda la vita di coppia. Forse sarà perchè non è proprio bellissima, anzi fisicamente è veramente poco attraente : diciamo che è molto più corteggiata una cavalla piena di tafani che non lei .
Ma quando la domenica il suo Mario entra nello sferisterio è tutto un tripudio di urla, lei si gonfia di orgoglio e dimentica tutti i dispiaceri.

E tutti a incitarlo :  "Falli marci"(Lascia gli avversari senza punti), "Dagli di prima" (colpisci la palla al volo),  "Dagli una pallonata" (Colpo potente), "Sono tutte tue" (Colpiscile tutte tu.).
Quando poi il pubblico gli urla "Vieni" (Colpisci il pallone), lui spesso gli risponde "Ancora? Non ce la faccio più. Mi fa male il braccio" . Ma forse è solo un fraintendimento del temine tecnico.

E' un eroe nazionale! E' instancabile : non ci spieghiamo però le occhiaie che ha sempre sotto gli occhi. Fose dovrebbe allenarsi un po meno.

venerdì 2 dicembre 2011

COME PAGARE LE TASSE IN MOLETANIA

Se c'è una categoria professionale che odio, sono i commercialisti. Che vita triste, sempre in mezzo a detrazioni, deduzioni, redditi di ogni tipo e quant'altro. Quando a cena hai al tuo tavolo un commercialista di cosa vuoi parlare ? Soldi, tasse, investimenti, evasione fiscale. Che noia. E la fantasia, quando andrà al potere ?

Mi sono trovato, su sollecitazione di mia moglie la Granduchessa Diosiacontè (Ministro dell'Economia), ad affrontare il tema della riforma fiscale.
Essendo il Granducato di Moletania un paradiso fiscale, abbiamo adottato una tassazione piuttosto bassa per attirare i capitali di tutti quei beoti che, pur di non pagare le tasse, si denudano di ogni proprietà e le fanno gestire ad altri. Io non lo farei mai, ma ognuno è libero di farsi abbindolare come preferisce.

Però dovevamo decidere su quale base imponibile applicare l'aliquota unica del 12,5 %. Come fare con il modello di dichiarazione ? E gli studi di settore ? E la cedolare secca ? E le plusvalenze ? E le rendite finanziarie ? E gli F24 ? E il modello telematico ?

A questo punto mi scappò prima una imprecazione, di quelle belle pesanti e  reali, e poi una affermazione: "Un labirinto, una pazzia, ci vorrebbe un fiscalista bravo."
La Granduchessa dissentì e disse : "Oppure usare la fantasia".

"A giugno di ogni anno, propongo di mandare di casa in casa i nostri Alabardieri Giganti Tre e Monti a riscuotere le imposte. Ma prima dovranno far compilare ad ogni cittadino un modello".
"E che razza di modello, di grazia. Un bel redditometro ?"
" No sua maestà", mi rispose mia moglie. "Questo modello".
Il modello era un foglio solo, un semplice foglio con alcune domande semplicissime, che riporto qui sotto:
1) Il Vostro Granduca vi ha fatto forse mancare qualcosa nell'ultimo anno ?
2) Vivete felici nel vostro paese ?
3) Come sono andati gli affari ?
4) Abbiamo sperperato le vostre gabelle?
5) Quanto ritenete di dover pagare per tutto questo ?

Mi sembrava di sognare. Mia moglie si è bevuta il cervello, pensai.
Con un semplice foglio di carta e cinque-domande-cinque pensa di risolvere il problema dell'evasione fiscale, dell'esportazione dei capitali all'estero, dello scudo fiscale, della imposizione diretta ed indiretta ?
Forse è meglio dare il Ministero ad un'altro.

E lei invece disse: "Perchè non dobbiamo fidarci noi per primi ? Cosa credi, che i Moletaniani siano stupidi ? Che i soldi siano tutto? Che non sappiano riconoscere la felicità quando la incontrano? E che a questa non sappiano dare un valore ?
Si chiama Felicità interna lorda. L'ha inventata nella metà degli anni settanta il re del Bhutan Jigme Singye Wangchuck che mise in rilievo il suo impegno per la costruzione di un'economia coerente con la cultura tradizionale del suo paese "
"  'Azzo. Bella cosa Wikipedia" pensai io.

Non le diedi ragione subito, per due motivi.
Il primo: perchè non volevo farla cammminare a un metro da terra dalla soddisfazione.
Il secondo: perchè volevevo pensarci su.

E ci pensai.  Andai in giro e pensai.
"E' vero. Perchè se io sono in grado di renderli felici, non dovrebbero pagare le gabelle ? Sono forse così beoti da non pagarle e quindi di annientarsi la possibilità di esserlo ?
O forse non mi fido di loro, perchè non ho fiducia nelle mie capacità di renderli felici ? Forse non sono io capace di utilizzare bene i danari. Forse li spreco. Li uso in maniera futile."

E più ci pensavo e più mi convincevo.
Già pagare le tasse non è poi così piacevole, se poi devono anche diventare matti per farlo è veramente da dementi.
Perchè dovrei sapere io se hanno una casa, una auto, se pagano un'assicurazione o un fondo pensione e non avere neanche un quadratino con su scritto "Siete felici"? "E' giusto pagare qualcosa per questo"? "Abbiamo buttato i soldi dalla finestra"?
Mi sa che questo re del Butano,  Bhutan o comecaspiosichiama non era mica poi così stupido. Anzi, mi sa che è più illuminato di me. Mi scoccia dirlo, ma è così.

A quel punto decisi. Diedi ragione al Ministro dell'Economia (non in quanto mia moglie) e decisi di istituire tante imposte di scopo.
Dobbiamo costruire una strada ? 1 soldo
Dobbiamo mantenere l'asilo? 1 soldo
Vogliamo fare il ponte sul burrone Tremendissimo? 2 soldi
E per ogni iniziativa presa, darò conto ai cittadini. E così feci.

Voi mi chiederete: ma la riforma fiscale ha funzionato ?  La risposta è: non lo so, devo ancora fare i conti.
Ma i Moletaniani li vedo ancora più felici, più responsabili, mi guardano con più ammirazione e se qualcuno di loro vuol fare il furbo sono loro i primi a "farsi giustizia".

E l'unico commercialista di Moletania adesso fa il lattaio. Professione più utile alla comunità. Ed è anche più felice: adesso quando viene a cena parliamo di vini e di donne.

INVIATO DISPACCIO ALLA NAZIONE ADRIAZIA





Popolo dell'Adriazia,


tramite il nostro comune amico Wil, oggi sono venuto a conoscenza della Vostra esistenza. Com'è  possibile che quel vecchio cialtrone del mio Gran Cambellano Marroni Conduerre non mi abbia mai fatto parola di un così nobile popolo che si contrappone alla Padania ? 


L'averVi incontrato, in un primo momento mi ha spiazzato e mi sono preoccupato di aver invaso un Vostro territorio .  Ma poi mi sono reso conto delle differenze e ne sono stato felice.
Molto modestamente, mi permetto quindi di presentarmi a Voi.


Il nostro Granducato, la Moletania, è un luogo fantastico, poetico e immaginario, che non ha riferimenti storici precisi con l'Italia. La nostra ragione d'esistere non è il contrapporsi a qualcuno, ma il rifugiarsi in un luogo sicuro, leggero e credere solo per un attimo che tutto questo sia vero o quantomeno verosimile.  E sentirsi avvolti da questi sentimenti, come quando si legge un libro,  si ascolta della bella musica........ come quando è Natale.
Ma perchè tutto questo non sia scambiato con una più modesta favola, a volte servono dei riferimenti storici reali. Dei punti di partenza veri.


E' successo perciò che ci si sia  contrapposti  alla  cialtroneria della Padania.  Ma questo è  pressochè inevitabile: loro sono tutto il contrario del bello e del piacevole. E  sanno parlare solo di soldi e tasse.
  
Ho visitato il Vostro sito e devo dire che, oltre a piacermi molto, mi ha favorevolmente impressionato.  La Vostra magnificenza è evidente. Le Vostre battaglie sacrosante. Il M.O.N.A. poi è venerabile.


 http://adriazia.com/


Come potete vedere viviamo su dimensioni diverse e non abbiamo alcuna rivendicazione sul Vostro territorio;  ci tenevo perciò a farVi presente che mai e poi mai, interferiremo con le Vostre battaglie interne.  Questa non è mai stata la nostra intenzione  (neanche prima di conoscerVi).
Lasciamo quindi a Voi il campo di battaglia aperto con i Padaniani, ma sappiate che se aveste bisogno di sostegno, avrete sempre un amico nella mia persona.


Darò notizia oggi stesso dell'esistenza della Vostra grande Nazione e, se mi permettete, provvederò al Vostro ufficiale riconoscimento.


Attendendo una Vostra visita , cavallerescamente Vi saluto.


Franz III
  

LA TIPICA FAMIGLIA MOLETANIANA




"Difendiamo, proteggiamo e promuoviamo la famiglia ... mandateci le vostre foto ... la famiglia è tutto, per la famiglia la padania si batte e si batterà fino allo stremo ". Chissà cosa vorranno dire questi padaniani.  ( Grazie a Wil,  http://nonleggerlo.blogspot.com/      Uno dei miei siti preferiti;  lo leggo per capire cosa sta succedendo in Italia visto che risiedo in Moletania.)

Forse solo loro proteggono la famiglia ? E quale tipo di famiglia hanno in mente ?
La famiglia è una, indivisibile, modello classico, al solo fine di procreare figli per la patria ?????????


Circa questo argomento, in Moletania abbiamo le idee molto chiare. E facciamo molto di più.
In Moletania esiste una famiglia quando due persone si amano e si rispettano.
Naturalmente non importa la razza (anche se a dir la verità i sudditi Moletaniani sono quasi tutti di una sola razza, ma ne parlerò in un'altra occasione), il colore della pelle, il sesso o il genere (per esempio il buon suddito Alfione vive con una farfalla; si amano, nessuno ha niente da ridire e hanno lo stato di famiglia in comune).

In Moletania chi vuole fondare una famiglia non fa altro che farsi ricevere a Palazzo e dichiara le sue intenzioni; dopodichè si presenta a tutto il popolo riunito e pronuncia la frase "Io amo questo essere vivente e lui ama me. La Moletania e qualsiasi Dio ci proteggeranno".
A questo punto se il popolo urla "Essia", la famiglia è formata e il Gran Cambellano Marroni Conduerre provvede ad aggiornare i libri anagrafici.
Chi invece è contrario va al bar e si ubriaca di maraschino o sidro.



In Moletania ognuno decide la propria vita e se si comporta secondo la legge e non fa del male, nessuno si scandalizza o ha nulla da ridire.
Chi invece infrange la legge, ha in animo di prendere iniziative contrarie al volere popolare e del Granduca, rischia persino l'esilio e la confisca.

Circa la proposta di web surprise, sarò fiero di dare spazio ad ogni foto che vorrete inviarmi, nuclei familiari tradizionali e non.
L'importante è che siano amici della Moletania.