Granducato ormai dedito all'agriturismo, B&B e ammennicoli vari

Rinnego tutto ciò che ho scritto, anzi, ritengo proprio di non averlo scritto io o forse si. Non ricordo.
Soffrendo di varie malattie che mi portano ad una distorsione della personalità, non posso essere ritenuto responsabile di quanto pubblicato.
E comunque, siete venuti sin quà per leggere qualcosina o per farmi causa?
"Azzo, come siete permalosi.


venerdì 24 febbraio 2012

ESSA E' IL PRINCIPIO DELLA PERFEZIONE DI TUTTO IL MONDO

Domani sarà il 21.02.2012  Non vi è occasione migliore di un giorno palindromo per farsi largo nella nebbia del futuro e scoprire il proprio destino.
Un giorno palindromo è un segno beneaugurante: è un giorno magico in cui può accadere tutto e nulla, in cui il giorno può diventare notte e il timore può tramutarsi in gioia.
In un giorno come questo, ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che è in alto è come ciò che è in basso, per compiere il miracolo di un’opera unica.

In questi giorni ci sono stati moti preoccupanti in terra di Moletania e io non camminerò per sempre su questa terra; devo sapere se chi verrà dopo di me, sarà in grado di far prosperare il paese, se potrà separare la terra dal fuoco, il sottile dal denso, con grande arte.
So che in un altro regno, a noi vicino, già si sta preparando la successione; so anche che il figlio padaniano non si sta dimostrando un iniziato e che il loro regno presto finirà nella polvere.
Non posso correre questo rischio e come mio padre fece con me, io farò con mio figlio Nano.
Domani lo condurrò dalla Sibilla Moletaniana e insieme scopriremo ciò che il fato ha scritto per lui e per il granducato.  Ma anche per me.

La Sibilla Moletaniana è onnisciente: Lei conosce tutto ciò che è stato, ciò che è e ciò che sarà.
Mio padre diceva che Lei è sempre esistita;  esisteva ancora prima che il vento, la pioggia e la neve scolpissero l’antro della montagna entro la quale dimora.
Gli anziani dicono che il Sole è suo Padre, la Luna sua Madre, il Vento l’ha portata nel suo ventre, la Terra è la sua nutrice.
Nessuno conosce il suo nome. Esso forse suona come un urlo nella notte,  come il digrignar di denti di un cane idrofobo,  come il sorriso di una bambina. Ma ciò ha poca importanza, perché ormai tutti la chiamano “cagna“, “posseduta”, “appestata” oppure Sibilla.     
Molti la temono e la evitano; altrettanti hanno fiducia in lei e la invocano.

La nostra famiglia conosce i suoi poteri e da sempre le siamo devoti. Perché Lei è stata maestra di Fulcanelli e Eugène Canseliet ;  allieva di Ermete Trismegisto e Zosimo l’Alessandrino.
Il "Libro dell'Universo e dell'Uomo" dice che nel suo antro sia stata capace di riprodurre l’intero Macrocosmo e che la sua luce creatrice, propagante in ogni direzione, sia capace di fornire il principio attivo generatore di tutte le cose.  Ma allo stesso tempo vi è anche il Microcosmo, con le sue tenebre più oscure.
 
Domani mattina partiremo presto: la neve è ancora alta e il nostro cammino non sarà agevole. I cavalli ci potranno condurre solo fino a un certo punto, poi si dovrà procedere a piedi perché le rocce e l’esile cresta che dovremo affrontare, non possono essere vinte in altra maniera.
Ho chiesto a Nella l’Ancella di prepararci i vestiti pesanti  e di dar ordine in cucina affinché pensino al necessario per il viaggio.
I cavalli verranno sellati domani mattina; lo spadino è già pronto sul letto.
Mi siedo vicino al camino, come se volessi raccogliere dentro di me la maggior quantità possibile di calore.

Non ricordo molto della mia prima visita alla Sibilla; sono passati così tanti anni che sicuramente anche lei non mi riconoscerà.
Ricordo che mio padre mi fece alzare prima dell’alba, ma allora era estate e non fu un grosso sacrificio; nei miei ricordi di bambino, il viaggio fu molto lungo, forse perché il mio passo era molto corto rispetto a quello di mio padre. Io non gli arrivavo nemmeno alla cintura.
Ricordo però il colore dei suoi stivali, quale mantello indossava e quale spadino aveva portato con se. Non ricordo invece i cavalli.
Ma sinceramente non mi ricordo nemmeno l’antro in cui fui condotto e nemmeno il corpo e il viso della Sibilla : ero così intimorito che nemmeno la guardai in faccia.
Ricordo però la sua voce che mi diceva: “La tua linea della vita è spezzata, ma poi riprende”. Non mi disse altro.

Poi la Sibilla si appartò con mio padre e parlò a lungo con lui; io non intesi  nulla dei loro discorsi, né mio padre me ne fece mai parola.
Soltanto durante il viaggio di ritorno, mio padre mi confidò che presto io sarei tornato dalla Sibilla. Da allora sono trascorsi 38 anni; per me un’eternità, per la Sibilla un battito di ciglia.

mercoledì 22 febbraio 2012

CHE NON CE LO SAPEVO CHE ANDAVA A FINIRE COSI' ?


"La foto nudo me la faccio io." "No, ma sei matto; voglio assolutamente mettere la mia foto, scattata con la fotocamera digitale e il grandangolo."  "Per carità, voglio essere io a soddisfare la richiesta dell'ancella Nella, fatta a nome di tutte le donzelle. Adesso vado subito a comprare una Polaroid perchè ci tengo proprio". "Guardate, per caso ho in tasca una usa e getta. Mi tiro giù i pantaloni e la faccio subito. E' un attimo." "Lasciate perdere tutti quanti che non se ne parla nemmeno: ci penso io che ho l'aifone. Uso quello. Mi puoi tenere un attimo le mutande ?".

venerdì 17 febbraio 2012

LA GRANDE BATOSTA


Che palle. Oggi mi gira veramente male; per di più è anche venerdì 17 . Dai, fate entrare Alexander, il  poeta di corte, che devo tirarmi un po’ su.



* - * - * - * - * 

Quando ero molto più giovane e non ero ancora Granduca, il primo pomeriggio lo trascorrevo al Circolo.
Naturalmente la mattina si andava a scuola, ma alle due eravamo tutti li,  puntuali e precisi come la morte: pronti per infinite sfide a bigliardino.  
Io, Davide, Luca, il Gnone, Flanella, Marco e Cicci, c'eravamo tutti i giorni e se qualcuno mancava era un brutto segno.
Molto spesso si univano anche Ime, il Nero, Ugo e Marcello.
Qualche volta arrivava anche Andrea.  
Di tanto in tanto arrivavano amici nuovi.
Purtroppo a quei tempi al Circolo le femminucce non entravano, ma si era troppo giovani per farsene un problema. 

Con ogni tempo e clima, una maschia sfida a bigliardino costava 100 lire e la spesa si divideva in quattro; una partita mediamente durava un quarto d’ora, perché con il passar del tempo diventavamo sempre più capaci e scaltri. Potete quindi immaginare che a farci “notte”, era un attimo. 
Ma quella della sfida a bigliardino era solo una scusa: più di quattro alla volta non ci si può giocare, e nel frattempo cosa fanno gli altri?
Parlano, raccontano, ascoltano, scherzano, a volte si fanno qualche dispetto, aspettano e imprecano. Si va al bigliardino per trovare gli amici, per salutarsi, per vedere chi c’è e chi manca, per parlare del mondo, per sentire cosa accade in giro, per proporre un’idea, per sentirsi riprendere dall’amico più saggio oppure per sentirsi infamare da quello più spiritoso.
Ma ci si va anche quando di nuovo non c’è nulla, quando la novità non ti intessa più di tanto oppure ti indispone proprio; ci siamo comunque noi e le nostre stupidaggini. 
Ci troviamo sempre qui, al bigliardino, da buoni amici  e sono più le cazzate, i progetti e i sogni, che non le partite.
Oggi succede più o meno la stessa cosa: ci troviamo intorno al nostro moderno bigliardino  per vedere se Mister X ha una novità da raccontare, se Y  ha scritto qualcosa di nuovo, per sentire cosa è successo a Z e se W ha ascoltato un disco nuovo o vecchio che sia; ma ci troviamo qua perché, in qualche modo, ci consideriamo legati fra di noi.
Non vi sarà certamente sfuggito che i giorni scorsi ho pubblicato la foto della “Grande Gnocca”. Volevo vedere se con una foto del genere mi sarebbero arrivati commenti  e visite superiori alla media; superiori a quelli che ricevo quando pubblico i miei soliti racconti . 

E’ stata una grandissima batosta e ne sono più che felice: le visite sono state più o meno le stesse e i commenti pure .  La gnocca non mi ha aiutato per niente e in questo caso (ma solo in questo) è stata una grande soddisfazione: forse può servire a far vendere più profumi, ma non a far aumentare il mio gradimento .   
Gli amici  si sono ritrovati come sempre intorno al bigliardino;  e anche se posso aver fatto cosa non condivisibile da tutti, non mi hanno tolto il saluto, anzi ci si sono fatti sopra una bella risata.   
C’è stato chi mi ha preso in giro, chi ha solidarizzato, chi mi ha scusato in virtù del mio passato, chi ha fatto dell’ironia  e chi mi  ha amichevolmente ripreso.
Ma comunque siete passati  a farmi un saluto e TUTTI QUANTI siete stati originali e amichevoli.  
Ragazzi, come mi diverto al bigliardino, quando sono in ottima compagnia !!!!!!!!!!!!

 * - * - * - * - *

P.S.1 : e adesso, a seguito della giusta e gentile richiesta di Nella, aspettiamo che Black pubblichi sul suo sito un autoscatto, con o senza grandangolo. Oppure lo potremmo pubblicare sul sito di D.
P.S. 2 : quel bigliardino poi l’ho comprato semi-distrutto e l’ho messo nel mio giardino, ma non mi da le stesse soddisfazioni.
P.S. 3: la Granduchessa questa settimana era da sua madre, al piano di sotto del Palazzaccio Vecchio; mica tanto distante vero ? L’unica piccola, ma fondamentale, differenza sta nel fatto che lì non c’è connessione internet.
P.S. 4 : Perché leggete queste cose? Perché uno si deve mettere a leggere qualcosa qui, quando potrebbe starsene a casa tranquillo, davanti alla sua finestra, a cantare o veder passar cantare ?
P.S. 5: Perché scrivo queste cose? E’ una domanda che mi faccio anch’io tutte le volte che mi vien voglia di scrivere. Perché uno si deve mettere a scrivere qualcosa qui, quando potrebbe starsene a casa tranquillo, davanti alla sua finestra, a cantare o veder passar cantare ?
Perché serve un motivo per trovarsi attorno a un bigliardino.
P.S.6 : il titolo non è riferito alla partita di venerdì sera e la foto non è dell'Inter, ma dell'Atalanta.
P.S.7: e in ogni caso …………….   sempre e comunque “evviva la gnocca”, perchè
 

lunedì 13 febbraio 2012

IO SONO UN W.T.T.S.


Flebo: Turbo, sei in ritardo come al solito. Che compagno di radio del cazzo che sei ; dai, diamoci una mossa che su c’è Bananastorta che ci aspetta da mezz’ora.
Turbo: Guarda che non è mica colpa mia. Mi si sono aggrovigliate le corde dei cani da slitta e mi sono dovuto fermare a “svrucchiarle”. Per sbaglio ho tirato quella di destra e per poco non finivo diritto contro l’emporio di Zia Lia.
F.: e cosa ci devi fare con la slitta e i cani ? Abiti a due sputi dalla radio. Son tre anni che tutti i pomeriggi ci vieni a piedi; perché oggi hai tirato fuori gli esseri pulciosi ?
T.: allora, tanto per cominciare porta più rispetto ai miei due cani e al maiale.
F.: Maiale ? cosa ci fa un maiale nella tua muta da slitta ?
T.: ma vuoi scherzare ? Optalidon e il mio maiale alfa; ormai è lui che traina tutto il gruppo. Quando il vecchio Jack mi ha lasciato, morto assiderato, non ho trovato di meglio che sostituirlo con il maiale del mi babbo .
F.: Jack è morto?  Assiderato ? Ma quando ? E come fa un cane da slitta a morire di freddo ? E’ la prima volta che sento una cosa del genere! Che brutta morte, poverino.
T.: beh, proprio brutta-brutta non ne sono sicuro. E non sono sicuro nemmeno che sia proprio morto assiderato. In realtà, io e il taverniere Baol  l’avevamo messo dentro al freezer dei gelati, nel settembre scorso, quando faceva tutto quel caldo fuori stagione; ti ricordi no? Poi siamo andati a giocare a bocce e poi ci siamo fatti anche una goriziana a biliardo. Sai come vanno queste cose: ottobre è arrivato in un attimo; novembre è il mese dei morti. E chi vuoi che compri la coppa del nonno in novembre ? Insomma a metà dicembre, quando ho tirato fuori la slitta, mi sono ricordato che il povero Jack era ancora chiuso nel bancone dei gelati della taverna. Non so se è morto per il freddo o per la congestione intestinale da ghiaccioli.
F.: te non c’hai mica dell’umano !!!! E adesso cosa ci dovresti fare con due cani e ‘sto maiale da slitta ?
T.: Flebo, io te lo dico, ma promettimi che è un segreto tra me e te; e che non lo dici a nessuno, nemmeno a Bananstorta.
F.: ma vuoi scherzare ? Certo che te lo giuro. Oh; non avrai mica messo in cinta Soledad ?  E adesso magari corri pure a brevettare il risultato. Si, dev’essere così: fai una capatina a Portobello da Tortora ?
T.: come sei simpatico ; guarda che ormai l’ho scoperto anch’io che Soledad è un trans.
F.: ma davvero ? Se l’hai scoperto tu, allora ormai lo sanno tutti. Al tuo maiale da slitta l’hai detto ?

T.: Dai Flebo, basta. Insomma lo vuoi  sapere o no la novità ? Ho trovato un lavoro.
F.: tu hai trovato un lavoro ? Cazzo, complimenti. Non ti ci facevo e invece devo dire che questa volta mi hai proprio sorpreso. Turbo che lavora; e chi l’avrebbe mai detto!!!  E che lavoro faresti ?
T.:  sono un incaricato alle vendite della Tenhome ?
F.: cosa ? Uno di quelli che viene a rompere i coglioni a casa ?  Quelli che ti riempiono di the, pasticcini e disincrostanti per il water ? Ma ti sembra un lavoro decente ?
T.: invidioso eh? Solo perché a te ti mantengono ancora i tuoi, non puoi accettare che qualcuno possa diventare un esclusivista W.T.T.S. della Tenhome.
F.: unchecazzocosa?
T.: Un World Trader and Traveller Store.
F.: un piazzista insomma.
T.: eh........ insomma  ............  si. Ma esclusivista, però.
F.: e quale sarebbe la zona esclusiva ?
T.: mi hanno dato una zona fichissima. Mi hanno dato in esclusiva la Val Gina.
F.: cazzo, la Val Gina ? Davvero ? Quella dove c’è la regina ? Che culo. Ma lo sai che la è già estate? E i cani dove li lasci ?
T.: i cani li lascio liberi al confine; il maiale invece passa lo dogana vivo, poi lo "smetto" e lo porto insaccato in dono alla Regina. Chissà che non mi dia delle buone dritte. Magari le attacco anche uno shampoo al muschio squamato. Adesso però devo andare. La trasmissione oggi fatela tu e Bananastorta.
F.: a Bananastorta mi sa che gli dico che sei morto sepolto sotto il letame di Peppino il vitellaro, così ti evito una vergogna.
T.: ciao, vado verso la gloria; vado in  Val Gina.

venerdì 10 febbraio 2012

LA GRANDUCHESSA A VOLTE ......

La Granduchessa a volte, prendendomi in giro, mi dice che in fondo i commenti che ricevo mi gratificano molto; io ribatto che non scrivo esclusivamente per i commenti e nemmeno per gli esorbitanti introiti pubblicitari.  
Certo però che mi piace ricevere dei commenti, perché così posso continuare a espandere il mio racconto con l’intervento di quelli che considero amici . Ed è per questo che, finchè potrò, risponderò a tutti. Vuoi mettere il gusto ?
Però scrivevo anche quando non mi arrivavano commenti o, per meglio dire, in forma anonima mi arrivavano solo dei “Datti fuoco”, “Basta, smettila”, “Ti si paralizzassero le falangi”.
Io scrivo perché mi va di farlo.
E perché mi va di farlo ? Ecchennesò.

Mi piace raccontare di un mondo dove puoi far andare le cose come vuoi tu; dove tutto è lieve e anche i fatti più gravi non rovinano la vita alla gente.
Mi piace raccontare di un mondo dove vivere non è un peso insopportabile di responsabilità, di colpe, di errori e cazzate da scontare.   
Mi piace parlare di un mondo piccolo, dove tutti sono in contatto e quando si incontrano per strada si salutano e se possono si aiutano.
Mi piace coinvolgere gli amici e i conoscenti : farli partecipare in questa specie di mondo parallelo e dare a loro un compito da svolgere; ma un compito semplice, gioioso e non umiliante.
Mi piace che si sorrida per quello che scrivo, anche se alla base c’è sempre un fondo di verità. Cosa sarebbe il mondo senza l’ironia ?
Le storie che tento molto umilmente di raccontare (e che mettono in risalto la mia completa ignoranza) sono l’adattamento di profonde  meditazioni notturne su tematiche sociali. Non ve ne eravate ancora accorti ? Dimostrazione matematica di come faccia pena a scrivere.
La verità è che quando scrivo una storia mi sento pressoché Dio: guardo il mio piccolo mondo come si guarda il presepe. Adesso quello fa questo, poi arriva l’altro che dice quell’altra cosa, a quest’altro gli faccio succedere ciò e alla fine deve capitare dell’altro. Devo però fare in modo che si capisca qual è il messaggio che voglio trasmettere.
E vi garantisco che, se io fossi Dio anche nel mondo reale, le cose andrebbero molto meglio.
Provo lo stesso piacere che prova un bambino ad avere un cucciolo di cane. Lo faccio saltare, lo faccio sedere e se mi ricordo lo faccio anche mangiare.   
Tutti i personaggi di cui scrivo esistono o sono esistiti realmente; io non faccio altro che dilatarne  le caratteristiche, adattarli alla storia e renderli un  pochino buffi. Anche i fatti sono in parte già successi e, se devo dirla tutta, anche la Moletania esiste veramente.
Per scrivere una storia di solito ci impiego tre o quattro giorni: prima mi viene l’idea, poi l’adatto, poi scrivo la storia, poi la correggo, poi la ricorreggo e infine la pubblico. Poi mi accorgo di alcuni altri errori, la ricorreggo e la ripubblico.

Perché vi sto dicendo tutto questo ?
Ah, si, mi stavo dimenticando del nocciolo della questione. Tre carissimi amici,  che in ordine sono stati Lady Ghost , George Blackswan   (che idDio li punisca a dovere, perché non sanno quello che fanno) mi hanno ingiustamente appioppato il “The Versatile Blogger”.
E la cosa non dovrebbe farmi piacere ? Altrochè se me lo fa; il mio ego si gonfia come quello del Papa quando dice la messa alla vigilia di Natale; l’ego papale alla via crucis è un pochino più dismesso, perché c’è da fare una scarpinata della madonna.

Mi sono chiesto: e mo che faccio ? Io odio le catene di sant’Antonio. Aspetta, vediamo prima cosa dice il libretto d’istruzioni circa le regole generali del gioco:
Le regole sono queste, chi riceve questo award deve raccontare 7 fatti su di sé e girare il premio ad altre 15 blogger preferiti, avvisandoli con un commento nel loro blog! Tutto questo per conoscerci meglio.”
Raccontare 7 fatti si di sé ? Il mio ego si rigonfia un’altra volta. Adesso pare quello di Bruno Vespa quando ordina il plastico del suo funerale. E come posso resistere ? Questo mi piace assai.

E allora cominciamo:
1 – SONO UN TIPO TACITURNO.
Nell’età dello sviluppo, intorno ai trent’anni,  ho contratto un rarissimo virus che mi ha reso le corde vocali rigide come le inferriate delle finestre della padania; per questo motivo, parlare mi costa molta fatica e mi esprimo perlopiù a monosillabi o grugniti. Difficilmente riesco a terminare una frase senza sputare in terra del catarro color ruggine. 

2 – SONO MOLTO RESPONSABILE.
Perché non si era ancora capito ? Un cinquantenne bello come il sottoscritto, aitante, dotato di una intelligenza rara, la cui cultura è riconosciuta a livello europeo, che può vantare innumerevoli tentativi di imitazione, che potrebbe vedersi aprire le porte dei più importanti salotti letterari delle più importanti città metropolitane e che sacrifica tutto questo per senso di appartenenza al proprio paese congelato e disenergicizzato, come lo vogliamo definire ? Tonto ? ‘Gnorante ? Bischero ?
No, l’aggettivo giusto è : responsabile. Come Scilipoti .
    
3 – SONO PERMALOSO
Esattamente “permaloso come la merda”. Questa tipica espressione individua il grado di sopportazione minimo dell’individuo alle critiche altrui.
Ricordo benissimo quella volta che il precedente Poeta di Corte si azzardò a criticare le mie basette; me lo ricordo bene perché gli feci tagliare la testa, la feci imbalsamare e in questo preciso istante ce l’ho sulla scrivania che mi fissa. Adesso che ci faccio caso, ha un’espressione molto dispiaciuta; magari avrei potuto anche graziarlo. Evabbe, acqua passata non macina più : così va il mondo.

4 – SONO UN PALADINO DEGLI INDIFESI
Perché, come dice una persona di cui ho molta stima e rispetto, “quando mi toccano i bambini, gli anziani, le donne e tutti i poveracci di questa terra, io sono pronto a randellare di nuovo come quando avevo vent'anni”.

5 – SONO PIGRO
Sono talmente pigro, che per scrivere queste poche righe ci ho già impiegato tre ore; mi sono già stufato da due, sono andato su internet sette volte, ho guardato quattro siti porno, ho ascoltato cinque pezzi dei PJ ; il tutto durante l’orario di lavoro. Come mai il capo non mi licenzia ? Che domande: perché il capo sono io. 
Io mi sarei licenziato già da un bel pezzo, se non fosse che sono troppo pigro per farlo.

6 – SONO GIA’ MORTO NEL LUGLIO DEL 1993.
Essendo però che l’Ufficiale dello Stato Civile, il Gran Ciambellano Marroni Conduerre, in quel periodo era in ferie e che il suo sostituto era un poco inesperto, per errore si sono dimenticati di annotarlo all’anagrafe.
Accortosi dell’errore il Gran Ciambellano ha immediatamente consultato il regolamento interno dell’Ufficio, il quale prevede che in questi casi si debba continuare a esercitare le proprie funzioni di Granduca sino a quando non si muoia  nuovamente. A questo punto, cos’altro potevo fare ? Mi sono piegato al volere dell’altissimo.  

7 – SONO UN GRANDISSIMO BUGIARDO
Commenti da fare ?
Di questi sette punti, vi dico sin da ora che ce n’è uno falso, ma non vi aiuterò certamente a trovarlo.

Come, è gia finito ? Avevo ancora un sacco di cose da dire. Volevo dire che mi piace il Natale  (che è anche il giorno del mio compleanno), che mi piace stare con i bambini, che mi piace la liquerizia, che fumo, che sono innamorato della Granduchessa e dei miei figli, che tifo (si fa per dire)  per il Milan, che odio Ferrara (lo pseudo giornalista), che ho un accenno di morbo di Parkinson, che sono di sinistra, che ….  E ma che regole del cavolo: sette sono troppo poche. Qui si limita la creatività. 

Adesso il foglietto delle istruzioni prevede che io giri ad  altri 15 blogger, il premio che ho immeritatamente ricevuto. E perché dovrei farmi 15 nemici ? Ne ho già così tanti , perché dovrei aggiungerne altri ? C’è già il mio fratellastro Faustino che mi perseguita.
 Il mio carattere grinciuto mi suggerisce di fermarmi qua e di non nominarne altri.
Perché da quando ho iniziato a scrivere su questo blog ho avuto la fortuna di conoscere tante persone interessanti, intelligenti, ironiche e piacevoli. Con qualcuno di loro c’è un rapporto più confidenziale, con altri un rapporto più occasionale ; ma con tutti voi è sempre un gran piacere dialogare. Anche perchè sono i vostri commenti che mi aiutano a creare la Moletania.
Quindi, per quanto mi riguarda, il premio va a tutti voi.
Oh, la Granduchessa a volte ha ragione.

E adesso basta con questo romanticismo del cazzo, che alla televisione sta per cominciare la partita delle Los Angeles Temptation.
Che fa fuori ? Nevica ancora ?

mercoledì 8 febbraio 2012

LA POSTA DI FAUSTINO

Riceviamo e malvolentieri pubblichiamo il messaggio inviato da Faustino



Uè quagliò, in this days  io sto in Las Vegas avec mon circus. Here is un sport très appassionante; scurdateve o’football and tamburello.
Look   here.  Chisto is the  future du sport.
Very arrapation.

People from Moletania,  scurdateve o’Granduca and the snow; accurrite in Las Vegas.

Faustino


Granduca!!   If you no pubblichi mon message, I will kill tous li cavalli chattieni.


venerdì 3 febbraio 2012

LA CAMPAGNA DI GRECIA

Signori, guerrieri, amici e compagni d’avventura.
Il momento è tragico e come tutti i momenti tragici è opportuno che un manipolo di eroi si faccia carico della storia. E quando parlo di storia, non intendo una semplice materia scolastica, ma intendo l’opera di uomini liberi e coraggiosi che prendano in mano le redini degli avvenimenti. Voi tutti sapete che, da buon Moletaniano, sono devoto alla teoria del caos; ma qui si esagera.
Qualche giorno fa ho letto questa notizia, che ha dello sconvolgente: 

mercoledì 1 febbraio 2012

DONNE, E' TORNATO FAUSTINO.


Ogni famiglia ha il suo piccolo o grande segreto, che cerca di non rivelare mai al mondo.
La mia non fa differenza e prima che ne veniate a conoscenza da una delle riviste di Signorini, preferisco essere io in prima persona a parlarvene.
 
Mio padre, Franz II dei Falconieri Baffuti e già Granduca di Moletania, ebbe una fugace relazione con una cavallerizza equestre circense e domatrice di anguille; da questa relazione nacque Faustino, mio fratellastro minore.
Essendo figlio illegittimo, ha assunto il cognome della madre Donnadrumma e con lei è cresciuto in giro per il mondo;  parla un linguaggio ibrido, una commistione di lingue e dialetti,  influenzato da decine di culture di paesi diversi. Forse per questo motivo, parla poco e male.
E’ alto un metro e trenta, è piuttosto rotondetto,  ha una calvizie precoce in atto e porta un paio di grossi baffi neri (forse per ricordarsi le sue origini).
Faustino continua a esercitare l’attività circense di funambolo equilibrista su corda tesa in liquerizia e giocoliere con bolas infuocate, appuntite e deflagranti.
 
Non ha mai avanzato pretese sul trono di Moletania (e vorrei anche vedere, visto che è bastardo) e anzi si è sempre disinteressato del Granducato; ma spesso vuole intervenire, sempre a sproposito, circa avvenimenti che neanche lo riguardano o che addirittura accadono in parti del mondo che neanche conosce.
E’ inutile nascondere che tra me e lui non è mai corso buon sangue; ci odiamo gentilmente e reciprocamente sin dal giorno in cui sono venuto a conoscenza della sua esistenza. 
Un buon psicologo, fedele al pensiero junghiano, magari sosterrebbe che ho nei suoi confronti una qualche invidia, dovuta magari al fatto che Faustino se ne va in giro per il mondo, che un giorno possa mangiare una sacher torte a Salisburgo e il giorno dopo possa stare ad ammirare il museo egizio a Torino.  Ma questo non è così, perché Faustino non sa distinguere una sacher da un kinder bueno e non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello che a Torino ci possa essere un museo, oltre a quello della Juventus.
 
E’ venuto a farmi visita in Moletania una sola volta e trovarmi faccia a faccia con lui, mi ha messo a disagio; sarà dipeso da fatto che ho capito si e no la metà delle cose che ha detto, sarà dipeso dal fatto che quella metà che ho capito non mi è piaciuta per niente oppure dal fatto che ha sempre una parola cattiva per tutti.
Anche lui però ha capito il mio disagio e la mattina dopo, senza dire nulla a nessuno, ha lasciato la sua stanza e se ne è andato, lasciandomi sul letto un messaggio, che sono stato costretto a fare tradurre. Il biglietto diceva:
 
“Un sogno mi aveva riposto in un cassetto
e per questo non riuscivo a realizzarmi.
Il lavoro mi cercava per stanarmi e fuggire, 
ogni tetto rifiutava di  vivermi sopra
e l’unica famiglia che ero in grado di comporre era quella Cristiana .
Oggi non è più così e sono contento,  gasato.
Un energy drink mi ha messo Leali e Fausto è diventato il mio presente.”  *

L’ho voluto intendere come una presa di coscienza del suo essere, come se avesse finalmente trovato il suo “io” interiore e avesse fatto pace con il mondo intero, me compreso.
Ma purtroppo non è andata così; la sua essenza non è cambiata. Continua ad odiare tutto e tutti, è acido in ogni occasione, e ancora continua a non perdere occasione per farsi sentire, per inviarmi i suoi pensieri sconfusionati, sbilenchi  e sgrammaticati.
Di solito utilizza missive scritte inviate con ogni mezzo: arrivano lettere, arrivano mail, arrivano corrieri a cavallo, piccioni viaggiatori. Di tutto.
 
Proprio ieri il postino Marcellino mi ha consegnato un’assicurata che recitava “ Mondonico il gha sconfitto the cancer, ma con i colp che Tesser il y a envoye, l’ha pass all the night sur la turka. Let’s go, Novara”.

* = this in an Regina della Valgina  Production. 
Il Granduca di Moletania ringrazia Grace (ma gnappetta della Val Gina) per la donazione cultural-poetica fatta a proprio vantaggio.
Vi ricordo che Grace è un marchio registrato;  ne è espressamente e tassativamente vietata la riproduzione e/o l'utilizzo in qualsiasi forma e modalità e per qualsivoglia finalità. I trasgressori saranno perseguiti nei modi e nei termini previsti dalla legge in vigore in Moletania a tutela dei diritti di proprietà intellettuale della Regina della Valgina (tradotto: se non fate i bravi, vi mando a casa gli Alabardieri).