Granducato ormai dedito all'agriturismo, B&B e ammennicoli vari

Rinnego tutto ciò che ho scritto, anzi, ritengo proprio di non averlo scritto io o forse si. Non ricordo.
Soffrendo di varie malattie che mi portano ad una distorsione della personalità, non posso essere ritenuto responsabile di quanto pubblicato.
E comunque, siete venuti sin quà per leggere qualcosina o per farmi causa?
"Azzo, come siete permalosi.


giovedì 5 maggio 2016

DAI, MAMMA, MI COMPRI IL MOTORINO ?


Quel pomeriggio il Granduca si stava recando all'Emporio della Zia Lia, perché era stato assalito da un'improvvisa gran voglia di caffè, ma lo zucchero di canna era finito. Nell'attraversare la Piazza Purgatorio, i suoi occhi si posarono su un volto che gli pareva familiare.

Granduca “ Amabile. Tu non sei Amabile? E' da una vita che non ti si vede da queste parti. Ma da dove arrivi?”

Amabile “Si, Granduca , son io. Vengo direttamente dalla fine degli anni settanta.”

“Caspita, hai fatto un gran bel viaggio. C'avrai messo un bel po per tornare qua. Ma dimmi, come te la passi.”

“Se devo essere sincero son morto che saranno ormai 35 anni; sino ad allora è stata una vita d'inferno, ma dopo è andata molto meglio.”

“Bene, son contento che adesso le cose vadano per il verso giusto. Sai cosa stavo pensando? Che hai un nome che è impegnativo da portare in giro. Che poi, sinceramente, tu eri tutto all'infuori che amabile. Noi ragazzi andavamo a giocare a pallone, ti chiamavamo sotto la finestra, ma tu con noi non venivi più; eri sempre piuttosto asociale, per non dire di peggio.”

“Forse hai ragione, ma sai, ero sempre in giro in motorino a cercare roba. E i giorni del divertimento per me son finiti presto . Magari nell'animo avrei voluto continuare a venire a giocare con voi, ma poi nella testa cominciava a risuonarmi “Brown sugar” e allora inforcavo il motorino e ripartivo.”

“Ma lo sai che Keith Richards è ancora vivo? A quei tempi, all'inizio di ogni anno, si aprivano le scommesse sulla sua morte e invece è ancora qua.”

“Ci credo; per canticchiare “Brown sugar” devi avere almeno i soldi per poterti permettere un paio di trasfusioni di sangue all'anno, altrimenti alla lunga vengono fuori le limitazioni vocali. E io ero figlio di un muratore.”

“Peccato perchè il riff di chitarra mi piaceva, ma la canzone l'ho sempre odiata.”

“E' andata così; ma adesso ti devo salutare che mi parte la carrozza pubblica. Il motorino mi si è ingrippato.”

“Si, devo andare anch'io che ho finito lo zucchero di canna e il caffè mi si fredda.”

“Io adesso il caffè lo bevo amaro.”

“Ciao, Amabile. Ci vediamo presto.”

Amabile alza le spalle, come per dire “chi lo sa?”, e si allontana.

Il Granduca invece entra nell'Emporio di Zia Lia pensando “Mi è andata bene che mia mamma non mi ha mai voluto comprare il motorino. Avrei potuto farmi male.”

4 commenti:

  1. Io il motorino non l'ho mai avuto, ma ascoltavo gli Stones alla grande! E lo faccio ancora oggi, che giro in carrozza pubblica, perchè la benzina costa più del brown sugar ;)
    Un abbraccione, mio Granduca!

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  2. Amico mio, come si potrebbe vivere senza ascoltare gli Stones? Ma, come ho scritto, quella canzone in particolare non l'ho mai digerita; è diventata un inno a qualcosa distante mille miglia da me, ma non abbastanza distante da altri, che oggi non ci sono più.
    Molti di noi, forse ognuno di noi, in quegli anni ci ha rimesso un amico (odioso o amabile che fosse).
    Poi, che la benza costi un vallo, c'hai solo che ragione.

    Il chinotto è la mia droga
    Io lo bevo senza posa
    Quando sono un po' depresso
    Mi riaggiusta con me stesso
    Un chinotto ogni due ore
    è un gran viaggio da signore
    Un chinotto ogni due ore
    Fa passare il malumore

    Un abbraccio.

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  3. ognuno di noi ha il proprio destino e non importa se sei proprietario di un motorino o se ci sei salito sul sellino posteriore del tuo amico del cuore. I genitori tirano il classico respiro di sollievo quando i loro pargoli escono dal ciclo demenziale adolescenziale che per molti oggi arriva anche oltre i trenta, quel classico respiro che una volta tiravamo alla fine del servizio militare come l'ultima cosa umiliante che si era dovuto subire nella vita prima di decollare per il proprio fulgido destino, senza motorino

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    1. Ognuno di noi ha un destino che può essere influenzato da tanti fattori, non ultima la fortuna.
      In adolescenza succedono tante cose; si ha molto tempo libero e si incontrano tante situazioni nuove, originali e inaspettate.
      Ho imparato che tutto serve nella vita, anche il servizio militare; ma soprattutto serve trovarsi nel posto giusto, nel momento giusto, con le persone giuste.
      Altrimenti sono problemi.

      Un abbraccio.

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