Granducato ormai dedito all'agriturismo, B&B e ammennicoli vari

Rinnego tutto ciò che ho scritto, anzi, ritengo proprio di non averlo scritto io o forse si. Non ricordo.
Soffrendo di varie malattie che mi portano ad una distorsione della personalità, non posso essere ritenuto responsabile di quanto pubblicato.
E comunque, siete venuti sin quà per leggere qualcosina o per farmi causa?
"Azzo, come siete permalosi.


venerdì 6 gennaio 2012

IL RIPOSO DEL GUERRIERO PART FRY



Il tristo mietitore psichedelico si fece avanti e arrivò di fronte al reverendissimo Gaspare, ancora seduto in terra; lo guardò dall'alto in basso e si mise seduto a sua volta sul selciato della piazza Purgatorio. Pose a terra il candelabro e di fianco mise la Moka ancora fumante; dalla tasca estrasse un mazzo di carte che iniziò subito a mescolare: “Allora per cominciare, potremmo giocarci i miei braccialetti e il suo vino, cosa ne dice ?”.
Gaspare non sembrava più di grande compagnia e la sua proverbiale chiacchiera era sparita di colpo; stava seduto con il capo chino e non proferiva parola.
In quel momento avrebbe preferito essere di fronte allo sportello di Equitalia piuttosto che stare in piazza Purgatorio.
Aveva già detto tutte le sei preghiere che conosceva e iniziato ad inventarsene una che aveva a che fare con un paese che sta su una collina, disteso come un vecchio addormentato.

In compenso il Tristo aveva una gran voglia di sfotterlo: “Vedo che ha una gran voglia di giocare . La vedo pronto, carico e scattante“. Per tutta risposta il reverendissimo era passato a inventarsi una preghiera di ringraziamento al suo Dio vendicatore, perché il Tristo aveva scelto di giocare la partita a poker anziché a scacchi. Infatti a scacchi era una vera schiappa mentre di poker qualcosa ne masticava: sapete, in convento le nottate sono lunghe da passare.
“ Va bene, comincio io a dare le carte”, disse il Tristo.
“E no, caro il mio furbetto; perché dovrei fidarmi di lei ? Io non mi fido nemmeno di mia madre, figuriamoci se mi fido della morte. Le carte le darà …..... lei, ecco, prendiamo lei”. E con l'indice indicò la Enza, presente in primissima fila.
Non c'era un motivo specifico, perché avesse scelto proprio la Enza; probabilmente avrebbe fatto dare le carte anche a una capra piuttosto che lasciare il mazzo in mano al Tristo.
La Enza si fece avanti, senza neanche essere in grado di negarsi; anche lei si sedette in terra, in mezzo ai due e di fronte al candelabro. Prese in mano il mazzo di carte e iniziò a mescolarle a sua volta.
“E comunque non cerchi di barare, perché ho 11 decimi di vista e non sono un fesso” disse il reverendissimo.
“Come si vede che non è avvezzo a frequentarmi; non è abituato a dare le estreme unzioni, vero? Non lo sa che la Morte è la cosa più onesta di questo mondo ? Ha mai visto un uomo in punto di morte che racconta cazzate ? Un po di caffè ?”
“Si grazie, un po di caffè mi terrà più concentrato.” La Enza invece rifiutò.
Il Tristo versò due belle tazze di caffè fumante e finalmente la partita iniziò. La Enza diede due carte a testa, mise le prime tre carte in tavola, aggiunse la quarta e finalmente calò la quinta.
“Che bella invenzione questo gioco da polli, non è vero reverendissimo? Ci si gioca tutto in un attimo, velocemente e senza logica. Mi sa che mi ci farò un sacco di soldi e di anime, con questa cazzata”
Il reverendissimo neanche lo ascoltava tanto era soddisfatto: aveva una bella coppia di dieci, ma il Tristo evidentemente aveva le carte che gli giravano per il verso giusto perché infilò un bel tris di re.

“Questo mi fa un culo come due ore di notte” pensò il predicatore. “Questa volta non la sfangherei nemmeno se sapessi a memoria tutto il vangelo di Luca. Meno male che non l'ho mai letto, tutta fatica risparmiata. Come mi dispiace però lasciare su questa terra tutto quel ben di Dio di case che ho in giro”.
“E questa bella bottiglia adesso è mia.” disse il Tristo. La prese e versò il vino in terra “Alcool, tabacco e venere ….....”.
“E adesso cosa ci vogliamo giocare? Cosa ne direste di mettere in gioco la sua inutile vita?”
Il reverendissimo stava già recitando l'atto di dolore, ma riuscì a dire “Altrimenti?”
“Beh, altrimenti si potrebbe fare così : se lei vince io le faccio dono della mia maschera preferita; se invece vinco io, lei dona il contenuto della provetta all'Avis”.
“Scusi tanto, ma non mi sembra equo. Se io perdo dovrei rinunciare al mio unico sostentamento di vita; se invece vinco, vincerei soltanto una misera maschera di Pippo?”
“Le sembra poco riuscire a guardare la morte in faccia e poter andare in giro a raccontarlo?”
“Dia pure le carte, signorina” disse il reverendissimo in segno di accondiscendenza.
Adesso Gaspare sognava di essere immerso dentro un maleodorante fiume amazzonico, con dei piranha che gli stavano dolcemente azzannando le sfere riproduttive. Ah, che bello sarebbe.
La Enza intanto ridiede le due carte; Gaspare provò a trattenersi, ma si vedeva benissimo che i suoi pori avevano iniziato ad aprirsi.
La Enza rimise di nuovo le prime tre carte in tavola; adesso i pori del buon Gaspare erano dilatatissimi e iniziò a sudare.
La Enza aggiunse la quarta carta; sia il buon Gaspare che il Tristo avevano la stessa espressione da Pippo colpito in testa da Gambadilegno.
E finalmente ricalò la quinta.
Il Tristo disse “Sa cosa stavo pensando ? Al piatto potrei aggiungere 12 anni di pace e tranquillità a questa terra. Lei è disposto invece ad aggiungere la sua fede ?”
“La mia fede nel Dio sanguigno è incrollabile e non sindacabile. Non sono certo un credente a intermittenza. Però, sa cosa c'è ? Questa volta voglio avere fiducia nel volere di quello lassù e le dico che ci sto. E vedo.'”
Il Tristo girò le carte; aveva una doppia coppia al re. Anche il reverendissimo le gettò sul selciato; aveva un tris di donne.

Il reverendissimo divenne improvvisamente paonazzo dalla felicità, saltellava da tutte le parti mentre si faceva il segno della croce, iniziò a recitare il padre nostro intercalato da “Brigitte Badot”, mentre faceva il trenino con se stesso medesimo.
Il Tristo si alzo di scatto in piedi. Non riusciva a credere che le carte, invenzione del diavolo in persona, si fossero ribellate proprio a lui. Poi di colpo, come fulminato, volse il suo sguardo verso la Enza, ancora seduta in terra, che non ebbe la forza di sostenerlo. La Enza guardava i ciotoli della piazza, taceva e temeva.
Finito di cantare tutte le canzoni che conosceva, compresa “Bella ciao”, il reverendissimo Gaspare aveva recuperato tutte le sue forze, anche quelle oratorie. Avvicinatosi ai pochi presenti rimasti, iniziò subito a dimostrarlo “L' Iddio degli eserciti lo ha voluto. Voi, bipedi mezzeseghe, ne siete testimoni. Lo scudo della mia fede mi ha protetto e solo il nobilissimo Sangue Gruppo AB di Gesù Cristo poteva salvarmi e lo ha fatto”.
Il Tristo continuava a guardare la Enza, cercando di incrociare il suo sguardo, ma la Enza aveva ormai fuso tutti i sassi del ciotolato della piazza, a forza di guardarli intensamente.

Il reverendissimo intanto:  “O Dio delle genti insulse, sii benedetto nell'alto dei cieli, ma anche in quello intermedio e persino in quello più basso. E voi, testimoni del mio coraggio, mettete mano alla saccoccia: un miracolo di siffatta portata non val bene un obolo alla confraternita ? Potrete raccontare ai vostri nipoti di questo memorabile giorno in cui il reverendissimo predicatore Gaspare del Syncerus ha sconfitto la morte a poker. E non fate i tirchi come prima.”
E dicendo questo raccolse l'applauso e le offerte dei fedeli, che però ormai non bramavano altro che guardare il viso del Tristo, che era ancora fermo, come paralizzato, a guardare verso la Enza, che a sua volta guardava per terra.
Il reverendissimo si volse verso di lui e il Tristo così parlò “Lei hai un angelo protettore veramente scaltro. Grazie a lui questa terra ha guadagnato dodici anni di pace e tranquillità; e questo sarà.“
Fece due passi verso il reverendissimo e continuò: “Chi non paga i suoi debiti non è un uomo, ma un animale. Siccome però io non sono uomo e sono più simile alle bestie, la mia maschera non la toglierò, ma stai tranquillo che presto vedrai comunque il mio volto”. E sparì.
Il reverendissimo non se ne fece un cruccio; aveva comunque ottenuto la sua vittoria e tanto gli bastava.
Fece ancora un sermone alla folla in cui esaltava la potenza sua, del sangue della provetta e del Dio punitore; strappò una bottiglia di vino di mano ad un passante, saltò sul suo cavallo e sghignazzando riprese la sua strada, senza neanche degnare di uno sguardo la Enza.
Lei era sempre seduta sul selciato, di fronte al candelabro, con le carte ancora in mano.
Ormai si era fatto tardi e tutti tornammo alle nostre case.

Il giorno dopo la Enza spense la sua insegna, fece i bagagli e se ne andò dalla Moletania; gli affari non erano andati come aveva sperato. Peppino il breve ancora parla di lei con nostalgia, nella taverna del paese.
Ho saputo che la Enza ha aperto un casinò in Schiavonia e che gli affari gli sono andati sempre piuttosto bene, forse perché al banco stava sempre lei.
Il reverendissimo predicatore Gaspare del Syncerus è invece deceduto dopo pochi giorni. E' morto nel suo letto e non era solo.
Chi vide la sua salma disse che aveva una espressione del viso esterrefatta, come sorpresa. Sul comodino aveva la provetta del Sacro Sangue Gruppo AB di Gesù Cristo e tra le mani stringeva una maschera raffigurante Pippo.
In fondo, anche un detto popolare recita che la morte non è poi così brutta come la si dipinge
E in un attimo sono trascorsi i dodici anni; di cose ne sono successe e molte abitudini sono cambiate.
Gran Ciambellano : “Granduca, è arrivato il brasiliano transessuale di cui le avevo parlato. Si chiama Soledad.”
“E' un piassssciere immmmmmensciu incontrare 'u Granduca. Mi manda la Inza. Ssssssci fassssssciamu partitina addadi, ammmorrre ?”
Epporcaputtana, come cambiano i tempi. Per fortuna Peppino rimane sempre lo stesso: mi sa che se perdo glielo presento molto volentieri.

4 commenti:

  1. Mai andare a letto con il nemico.. soprattutto quando il nemico si chiama Arturo Brachetti.
    ChessZtoriapazzesca!
    Mi spiace che Enza sia uscita di scena, ma secondo me Soledad ci regalerà parecchie soddisfazioni ;)

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  2. Arturo Brachetti è anche divertente, ma trovarmelo nel netto mi inquieterebbe; è capace di trasformarsi in Emilio Fede e la cosa si farebbe irritante.
    Cosa intendi quando dici che Soledad ci darà "parecchie soddisfazioni "?
    Un abbraccio.

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  3. Granduca mi interessa approfondire il discorso ludico... nella vostra Moletania è lecito giocare a strip poker nei locali?

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  4. Caro Conte,
    in Moletania ci sono due soli locali pubblici: il "Circolo" e "La Taverna di Moletania"; entrambi hanno una gestione piuttosto rigida e di strip poker è meglio non parlarne, come è meglio evitare il discorso lap dance .
    Nel borgo principale però corre voce che ci siano alcune coppie che nell'intimità del loro focolare pratichino questa attività sportiva, naturalmente sostituendo il poker con la briscola. Si dice che le cose vadano molto per le lunghe, considerando anche il tipo di abbigliamento che le nostre donne sono costrette ad indossare, causa freddo.
    Un abbraccio.

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